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Un compleanno speciale per un corpo che vive sempre sul filo del rasoio, chiuso in palazzoni e col fiato sul collo di un rischio che è sempre dietro l’angolo. Rappresentare l’ordine e tutelare la legge all’interno di un carcere è materia complicata, di storie di aggressioni se ne sentono a iosa, così come di situazioni sempre ai limiti della legalità quando c’è da aprire bene gli occhi per evitare ingressi illegali nelle celle. Insomma, si tratta della Polizia Penitenziaria che oggi ha festeggiato il 208esimo anniversario. Un evento che ha coinvolto tutta la Campania oggi e che ha avuto il suo clou nela manifestazione che si è tenuta a Salerno e che ha abbracciato più province. 

Salerno, Eboli e Vallo della Lucania, tutti insieme all’interno della casa circondariale ‘Caputo’. A fare gli onori di casa la direttrice Gabriella Niccoli, insoeme alla vice Belen Suozzo, al dirigente aggiunto Carolina Arancio e alla vicecomandante dirigente Grazia Salerno. Presente la dottoressa Concetta Felaco, direttrice dell’Icatt di Eboli e Caterina Sergio, direttrice del carcere di Vallo della Lucania, oltre a tutte le autorità civili, militari e religiose. 

Un appuntamento importante che è stato seguito con grande partecipazione, il teatro dell’istituto era completamente gremito e ha accolto anche gli agenti ai quale sono stati dati i riconoscimenti per l’espletamento delle proprie funzioni all’interno dell’istituto, distinguendosi in maniera particolare.

Si tratta dell’occasione migliore – ha letto nel suo discorso la direttrice Niccoli – per rendere omaggio al lavoro straordinario di ragazze e ragazzi che si impegnano per garantire la sicurezza e la legalità. Operare in un carcere significa affrontare le difficoltà, le tensioni, situazioni critiche ed emergenze. Un lavoro invisibile che spesso non viene riconosciuto. Il loro lavoro è utile all’intera comunità. Il pensiero va alle famiglie dei caduti in servizi, veri eroi che hanno onorato la divisa col il sacrificio della propria vita. E il ringraziamento va anche alle famiglie dei ragazzi che sono con noi. Un sostegno importante per la vostra vita perchè vi accompagnano in un percorso difficile, consapevoli delle difficoltà che affrontate. A breve sarò destinata ad un altro incarico, ma voglio ringraziare tutto il personale e la dottoressa Arancio, presenza costante e fondamentale punto di riferimento”.

Siamo di fronte a operatori – ha esordito Carolina Arancioche hanno accettato questa sfida senza mai arrendersi, dimostrando rispetto, senso della legalità e del dovere, collaborazione, solidarietà e amore per la giustizia. Il lavoro della Polizia Penitenziaria è complesso, silente e non sempre percepito, che ti gratifica di fronte alle difficoltà e a chi ti spinge a mollare. Oggi la Polizia Penitenziaria non è numero di perquisizioni e controlli ma è una serie di parole: presenza, prossimità, attenzione, coraggio, ascolto, controllo, autorevolezza, decisione, scelte ponderate, parole concilianti, equilibri precari, emozioni controllate, attese, silenzi e speranze”.